ARCHIVIO (fatti dal mondo)

 

ROMA - L'ultima follia della rete si chiama Flying Spaghetti Monster. E' una religione con tanto di adepti che si fanno chiamare Pastafariani. Il fenomeno si basa su una improbabile ipotesi alternativa all'evoluzionismo darwiniano, secondo cui la complessità dell'universo è tale da rivelare la presenza della mano di un creatore, il Mostro Volante di Spaghetti appunto.


A idearla è stato Bobby Henderson, un "cittadino preoccupato" per le sorti dell'insegnamento della teoria darwiniana che nei corsi di scienze è sempre più insidiata da una rivalutazione delle teorie creazioniste. Tutto è cominciato a giugno quando Henderson, 25 anni, laureato in fisica, ha lanciato la sua provocazione in risposta alla decisione del consiglio per l'istruzione del Kansas di assegnare lo stesso tempo alla spiegazione della creazione e all'evoluzione mediante la selezione naturale nei corsi di biologia. Nella lettera aperta, pubblicata sul suo sito venganza.org chiede che anche al Pastafarismo venga dedicato lo stesso tempo dato alla spiegazione della creazione di religioni più tradizionali.


E' bastato poco e Flying Spaghetti Monster, che comprende anche la teoria secondo la quale l'aumento della temperatura globale del pianeta è causato dalla diminuzione dei pirati, è diventato un fenomeno su internet. Grazie alla fenomenale cassa di risonanza dei blog, nelle ultime due settimane il "caso" del Mostro Volante Fatto di Spaghetti è esploso: digitando "Flying Spaghetti Monster" sul motore di ricerca risultano 739mila voci che si moltiplicano a vista d'occhio, e sono già oltre 130 le pagine in italiano.


I "dogmi" proposti dal culto sono stati volutamente scelti per parodiare le critiche fatte dai proponenti del creazionismo. "Ricordiamoci che ci sono teorie multiple sul disegno intelligente" è il suo monito. "Sia io che molti altri nel mondo crediamo fermamente che l'universo sia stato creato da un Mostro di Spaghetti Volante" afferma Henderson nella lettera. "Egli ha creato tutto ciò che vediamo e percepiamo intorno a noi. Siamo fermamente convinti che la mole soverchiante di prove scientifiche tesa a dimostrare i processi evolutivi non sia altro che una mera coincidenza posta in essere da Lui stesso".


"Il riscaldamento globale, i terremoti e gli uragani e gli altri disastri naturali" scrive ancora il "profeta" del Pastafarismo, "sono conseguenza diretta della diminuzione del numero dei pirati fin dal XIX secolo. È stato fornito un grafico che prova la proporzionalità inversa tra il numero dei pirati e la temperatura globale. Questo mostra che non è vero che la correlazione implica la concausa".


Il Flying Spaghetti Monster è una matassa di pasta biancastra, con due polpette incastrate ai lati e due occhietti sporgenti da alieno (sul sito appaiono diverse versioni, tra cui una Creazione di Adamo "taroccata" dalla Cappella Sistina, col mostro al posto del creatore, e l'Ultima cena di Leonardo dello stesso genere).


Bobby Henderson lo ha inventato per puntare il dito, in modo paradossale, contro la decisione delle autorità scolastiche del Kansas, che dovrà essere sancita in una riunione in programma l'11 e 12 ottobre nella città di Lawrence. Per quei giorni alcuni adepti del "culto" (che hanno bombardato con migliaia di fax e e-mail i membri della commissione, agli indirizzi forniti da Bobby nel suo sito) si ripropongono di mettere in atto un "esodo di massa" a Lawrence, per far sentire la loro voce.


Del nuovo "fenomeno Internet", cui anche l'enciclopedia online Wikipedia dedica una pagina, hanno scritto il Guardian, Der Spiegel, il New York Times: la satira è sguaiata ma la questione è reale. Anche ammettendo che Henderson sia spinto da un "interesse privato" (nel suo sito vende magliette e oggetti vari con il logo della religione di sua invenzione e confessa candidamente che sta cercando con ogni mezzo di sottrarsi a un destino di programmatore di slot machines a Las Vegas), la polemica creazionismo/evoluzionismo divampa ben al di là della burla: oltre al Kansas, anche Ohio, Texas, Missouri, South Carolina, Wisconsin, Mississippi sono stati teatro di roventi battaglie politiche e di ricorsi in tribunale per escludere il darwinismo dai programmi scolastici.


(8 settembre 2005)

Nuove “religioni”, nuove “veritÀ”, FATTI DAL MONDO

Nel folle tentativo di scristianizzare il mondo, ecco il manifestarsi di nuove “religioni moderne” le quali pretendono di essere le uniche portatrici della “verità”.


Sia per scherzo che sul serio esse rimangono, tuttavia, la porta larga che conduce alla perdizione dato che il Signore dichiara che fuori da Cristo non c’è salvezza. Difatti Egli stesso ebbe a dire: “Io sono la Via, la Verità e la Vita, nessuno va al Padre se non per mezzo di me” (Gv. 14:6).

U.S.A. - Ideata come provocazione contro la decisione in Kansas di insegnare il creazionismo a scapito dell'evoluzionismo, è diventata un caso.

L'ultima follia di internet

è il Flying Spaghetti Monster

Una religione nata online, gli adepti si chiamano Pastafariani

di RITA CELI

NEW YORK (12 agosto) – Ha lasciato morire di fame e di sete il figlio di nemmeno due anni perché dopo il pasto non ringraziava dicendo amen come voleva la setta di cui faceva parte. Una madre è stata arrestata con l'accusa di omicidio di primo grado. Ria Ramkissoon apparteneva a un gruppo religioso chiamato One Mind Ministries, secondo cui ringraziare Dio dopo aver pranzato era una delle loro regole. Ria, chiamata all'interno della setta “Principessa Maria”, viveva a Baltimora, dove è stata arrestata. L'udienza è stata poi rinviata dal giudice per l'eventuale rilascio su cauzione dopo aver saputo che l'imputata era stata in passato rinchiusa in due ospedali psichiatrici.


L'omicidio del piccolo Javon Thompson è avvenuto nel dicembre 2006. In quel periodo Ria faceva parte della setta, la cui leader, “Regina Antonietta”, considerava il bambino una sorta di demone. Alla fine Ria aveva deciso di punirlo. Il corpo senza vita di Javon era stato sistemato in una valigetta verde e portato a Filadelfia dove nel febbraio 2007 si erano trasferiti tutti i membri della setta. Due mesi più tardi, la polizia ha trovato il cadavere.


La madre di Ria ha detto che sua figlia non è può essere ritenuta colpevole ma una vittima, come il nipote Javon, «lei faceva tutto quello che le veniva detto». Nella setta rifiutavano l'aiuto delle cure mediche e sembra che sia stata convinta anche una donna incinta a partorire senza l'ausilio dei medici. Il piccolo Javon era considerato un demone, dopo la morte la madre lo ha lasciato per una settimana in una stanza dicendo che «Dio stava per sollevare Javon dai morti».

Usa -  Non dice "amen" a fine pasto: la madre lo lascia morire di fame a soli 21 mesi

Ria Ramkissoon con il figlio Javon Thompson

Da “Il Messaggero.it” link originale

Pechino - È un grande balzo in avanti, iniziato una quindicina di anni fa. Oggi i cristiani in Cina hanno superato, per numero e capacità di proselitismo, gli iscritti al partito comunista, al potere dal 1949. Secondo le stime ufficiali sono ancora fermi alle cifre di alcuni anni fa: 21 milioni in tutto, ripartiti tra protestanti (16 milioni) e cattolici (cinque milioni). La realtà è molto diversa. Secondo i conti del Center for the Study of Global Christianity del Massachussetts invece sono almeno 70 milioni. Uno studio del Pew Forum on Religious and Public Life, una think tank americana, sostiene che ad essi vadano agginuti quasi altrettanti che non è possibile censire, per ovvie ragioni. E la China Aid Association, un gruppo di pressione texano, fa sapere che le stesse autorità di regime preposte al culto parlano privatamente di 130 milioni di fedeli. Gli iscritti al Partito sono 74 milioni, tutti censiti.


Cifre storiche - Per ogni tessera ci sono quasi due battezzati. Non era mai successo nella storia cinese: quando Mao prese il potere i cristiani rappresentavano l’1% della popolazione complessiva. Sessant’anni di comunismo hanno avuto l’effetto di decuplicarne la percentuale. Il cristianesimo sfonda soprattutto nel ceto medio alto emergente che vive nelle città, il cuore del boom economico. Questo spiega in parte come mai siano i protestanti, con la loro etica legata al capitalismo, a crescere più velocemente. Ma le maggiori difficoltà dei cattolici trovano le loro radici anche nel fatto che i rapporti tra Pechino e Vaticano sono estremamente più complessi, e subiscono svariati alti e bassi.


Il perché Zhao Xiao, un ex funzionario del partito comunista che ha scelto di aderire alla comunità protestante di Shanghai, ha spiegato il perché in un intervento pubblico che ha fatto scalpore: "Siamo la prima generazione che si dà agli affari e la prima generazione che abbraccia il cristianesimo. Non è un caso: l’economia di mercato scoraggia la pigrizia, ma non può impedire la scorrettezza e la menzogna. A farlo può essere solo un forte sentimento religioso". Cristo e mercato, in questo modo, vanno d’accordo. La nuova Cina abbandona Confucio e abbraccia gli affari.


Intolleranza - Il problema è quanto le autorità potranno ancora permettersi di tollerare il fenomeno. Secondo la legge cinese un qualsiasi assembramento cui partecipino più di 25 persone necessita dell’autorizzazione del regime. Per aggirare l’ostacolo si fa ricorso allo strumento della home church, la "chiesa in casa". Ci si riunisce in una ventina in una casa privata e si compie il rito religioso. L’Impero ancora non colpisce

Cina, ora i cristiani superano gli iscritti al partito comunista


da Il Giornale.it  link originale

Lunedì 06 ottobre 2008

(16 ottobre 2008) - Aveva fatto causa a Dio, responsabile, a suo dire, di aver diffuso paura e terrore in tutto il mondo. Ma il procedimento giudiziario non avrà alcun seguito: un giudice del Nebraska lo ha infatti respinto, perché Dio non ha alcun indirizzo al quale poter notificare l'avvio della causa. Si chiude così la vicenda che vede protagonista lo storico senatore democratico del Nebraska, Ernie Chambers, che, il 14 settembre dello scorso anno, aveva depositato la sua provocatoria causa in una corte del Nebraska.


Secondo il documento redatto dal senatore 71enne (definito da molti "l'uomo di colore più arrabbiato di tutto lo Stato"), Dio e tutti i suoi seguaci, sarebbero responsabili "delle continue minacce terroristiche, con conseguenti danni per milioni e milioni di persone in tutto il mondo". Minacce la cui credibilità è avallata, secondo Chambers, "dalla storia personale di Dio".


Nel documento gli si attribuisce anche la responsabilità di "terremoti, uragani, guerre e nascite di bimbi con malformazioni". Ancora: Dio è accusato di aver "distribuito, in forma scritta, documenti che servono a trasmettere paura, ansia, terrore e incertezza, al fine di ottenere obbedienza" da parte degli uomini.


Chambers ha spiegato di aver avviato questo procedimento per dimostrare che "tutti possono avere accesso a una corte, indipendentemente dal fatto se siano ricchi o poveri" e per sottolineare che "ognuno può essere citato in giudizio". Il suo obiettivo era di ottenere dai giudici una diffida, in cui si sarebbe dovuto sollecitare Dio a interrompere ogni genere di "minaccia" sul mondo.


La causa, comunque, non avrà alcun seguito, perché "non è stato possibile reperire un indirizzo ufficiale di Dio". Il giudice Marlon Polk si è appellato a una legge del Nebraska, secondo la quale chi avvia un procedimento giudiziario deve avere l'indirizzo della persona chiamata a difendersi in aula.


Chambers non si dà per vinto, e anzi si è detto soddisfatto della decisione del giudice. "La corte - ha dichiarato - ha ammesso l'esistenza di Dio. La conseguenza di questa decisione è che viene riconosciuta l'onniscienza di Dio. Quindi, se è vero che sa tutto, deve anche essere a conoscenza di questa causa". Il senatore, che è in carica da 38 anni, ha adesso 30 giorni di tempo per decidere se fare appello.

Ernie Chambers, in carica da 38 anni, voleva portare il Signore in tribunale per aver diffuso paura e terrore e di permettere catastrofi e sciagure

Usa, un senatore vuole fare causa a Dio. "Respinta, l'Onnipotente non ha indirizzo"

Il giudice: è impossibile notificare l'atto all'accusato

di MARCO PASQUA

da la Repubblica.it link originale

Madrid - Per la prima volta in Spagna una sentenza di tribunale si è pronunciata contro la presenza del crocifisso nelle aule e negli edifici comuni di una scuola pubblica, imponendone la rimozione. Trent'anni dopo la fine della dittatura franchista, che aveva elevato il cattolicesimo al rango di religione di stato, un giudice del tribunale di Valladolid ha ordinato a una scuola pubblica della città settentrionale di rimuovere i crocifissi affissi alle pareti, malgrado la posizione contraria del consiglio scolastico.


Il giudice Alejandro Valentin ha deciso che la scuola pubblica Macias Picavea dovrà "ritirare i simboli religiosi dalle classi e dagli spazi comuni", accogliendo così la richiesta del genitore di un alunno e di una associazione locale per la difesa della scuola laica. Il magistrato si è basato sulla costituzione spagnola che garantisce "libertà di religione e di culto", assicurando il carattere "laico e neutrale" dello Stato sulle questioni religiose.


Secondo il giudice, la presenza di simboli religiosi viola i diritti fondamentali di uguaglianza e libertà religiosa riconosciuti dalla costituzione spagnola. Il giudice ha motivato la decisione sostenendo in particolare che "la presenza di simboli" come il crocifisso laddove "ci sono minori in piena fase di formazione della personalità " potrebbe provocare nei ragazzi la sensazione "che lo Stato è più vicino alla religione cattolica rispetto ad altre confessioni". Il che condizionerebbe la loro condotta, è scritto nella sentenza, "in una società che aspira alla tolleranza delle altre opinioni e ideali che non necessariamente coincidono con i propri".


I crocifissi erano presenti nella scuola dal 1930, e più volte il consiglio di istituto si era espresso contro la loro rimozione, dopo le prime richieste pervenute già nel 2005. E' la prima volta che la giustizia spagnola prende una decisione del genere, secondo l'associazione ricorrente. Una questione simile fu affrontata a Jaen, in Andalusia, nel 2006, ma quella volta il governo regionale aveva preceduto il possibile intervento della giustizia facendo rimuovere di sua iniziativa i crocifissi da una scuola. In Spagna la costituzione del 1978 assicura il carattere anticonfessionale dello Stato e delle sue istituzioni, ma tutti i nuovi capi di governo giurano fedeltà alla costituzione stessa davanti a un crocifisso.

da Il Giornale - 23/11/2008

Spagna, giudice contro il crocifisso: via dalla scuola pubblica.

Bagdad - Per la prima volta nella storia dell'Iraq moderno, il giorno di Natale è festa nazionale per tutti gli iracheni e non solo per i fedeli cristiani. "Il consiglio dei ministri ha annunciato che il giorno della nascita del profeta Gesù, sarà giorno festivo per tutti gli iracheni", ha recitato ieri il comunicato governativo. Secondo l'Islam, religione ufficiale in Iraq, Gesù è indicato come il penultimo profeta, prima di Muhammad, "sigillo dei Profeti".Questa decisione avviene dopo ripetuti appelli internazionali e del Papa perché fosse posta fine alla persecuzione dei cristiani nel paese e la volontà annunciata dal governo di Bagdad di intervenire.


Il presidente iracheno, il sunnita Jalal Talabani ha rivolto un "augurio dal profondo del cuore a tutti gli iracheni dell'Iraq e del mondo intero. I cristiani - ha detto in un comunicato - sono i cittadini originari dell'Iraq e hanno contribuito in modo significativo all'edificazione della civiltà e alla Storia del Paese". Il premier sciita Nuri al-Maliki ha dal canto suo definito la presenza dei cristiani in Iraq, "un simbolo di convivenza in una sola Patria", augurando loro, in occasione delle festività natalizie, "una vita libera, generosa e sicura". La comunità cristiana in Iraq conta oggi poco meno di 500.000 persone, mentre prima del 2003 superava il milione di fedeli.

da Il Giornale - 25/12/2008

Iraq, per la prima volta Natale è festa nazionale.

Dopo la Gran Bretagna, arriva anche a Madrid la battaglia a colpi di spot tra atei e credenti. Due autobus pubblici porteranno una pubblicità a favore dell'ateismo. La campagna, già sperimentata a Londra e promossa poi nella città di Gaudì dall'Associazione Atei della Catalogna con donazioni private, ora punta a sbarcare anche a Madrid e Valencia. Ma la chiesa nella penisola iberica ha già risposto con un altro bus pubblicitario.


Lo slogan è: "Probabilmente Dio non esiste. Smetti di preoccuparti e goditi la vita". Ma nella capitale iberica arriva tardi. Già dallo scorso 25 dicembre, infatti, circola nella zona sud della comunità un autobus interurbano, il numero 493, dell'impresa Martin, con lo slogan: "Dio sì esiste. Godi della vita in Cristo". Un'iniziativa promossa e pagata dalla Chiesa Evangelica, in particolare da Paco Rubiales, avvocato e pastore del Centro Cristiano di Riunioni, nella località madrilena di Fuenlabrada. Ed un secondo bus con lo stesso slogan circolerà nelle strade del centro della capitale a partire dalla prossima settimana. Il pastore assicura che l'idea gli è venuta dopo aver appreso dei bus 'atei' a Barcellona e a Londra. [continua alla pagina]

da Tgcom Mondo del 7-01-2009

Spagna, guerra di religione sui bus

Spot tra atei e credenti: è polemica

“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l’impero, e sarà chiamato Consigliere Ammirabile, Dio potente, Padreterno, Principe della pace”

(Isaia 9:5)

Bus pubblico con messaggio pro-ateismo in Inghilterra

mercoledì 14 gennaio


Bus atei a Genova: reazioni ed attacchi

da AGORAVOX Italia del 14 Gennaio 2009

Sul sito de “Il Secolo XIX”, quotidiano genovese, è riportata una carrellata di reazioni alla campagna promossa dall’Uaar sugli autobus della città ligure.

Marco Fabiani, responsabile della società che cura la campagna pubblicitaria, afferma che la concessione degli spazi pubblicitari “non è scontata”: “Abbiamo appreso quale fosse il messaggio destinato allo spazio pubblicitario dei due autobus dell’Amt di Genova leggendo i giornali oggi, anche perché la prenotazione degli spazi era stata appena fatta”. I bozzetti della campagna dovranno essere giudicati il 19 gennaio, in base al Codice di autodisciplina pubblicitaria, “che in materia di religioni indica come il messaggio non debba recare offesa” e passare ulteriori giudizi. [continua alla pagina]

E’ partito, affollato come sempre di genovesi: solito tragitto, soliti orari, solita calca nel saliscendi. Eppure, per un particolare, quella dell’autobus 36 dell’Amt non è stata una giornata come le altre. Scritta bianca su sfondo azzurro, come sospesa tra cielo e terra, il nuovo slogan "La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima è che credono nella libertà di espressione", voluto dell’Uaar, l'Unione Atei Agnostici Razionalisti, ha attraversato le vie centrali di Genova, tra lo sguardo curioso dei passeggeri. "Non una provocazione alla Chiesa cattolica o ad altre confessioni religiose - dice Isabella Cazzoli, tesoriere Uaar - ma la volontà di far sentire anche la nostra voce". Da via Assarotti a piazza De Ferrari il bus ha portato sulle fiancate il secondo slogan dopo che il primo ("La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno") era stato bocciato dalla concessionaria degli spazi pubblicitari.

16/02/2009

Bus atei a Genova: è entrato in servizio il "bus-ateo". Lo slogan "viaggia" sulla linea 36 (ma le scritte preventivate non sono state accettate).

da Ansa.it

Giovedì 26 marzo 2009

Londra autorizza spot pro aborto in tv e radio

da “Il Giornale”

Londra - Per far fronte a migliaia di casi di adolescenti rimaste precocemente incinta il governo britannico si appresta a autorizzare le cliniche per l’interruzione di gravidanza a fare pubblicità in tv e in radio. La notizia occupa le prime pagine dei quotidiani britannici. Dall’Independent al Daily Mail le testate spiegano che il governo inglese ha deciso che, oltre alle campagne pro aborto, saranno consentiti spot espliciti pro profilattico nelle ore di maggiore ascolto.


Lo spot televisivo - A far cadere gli ultimi tabu è stato il caso di Alfie Pattern, il "bambino" di appena 13 anni diventato padre lo scorso febbraio con la fidanzatina che ne aveva solo due in più. Dal caso singolo al caso di Stato. Ed ecco creata ad hoc una pubblicità pro aborto. E il delicatissimo tema etico diventa un vero e proprio spot che televisioni e radio mandano a ripetizione, no stop. Una sorta di mantra per le coppie giovanissime. Per queste saranno confezionati anche pubblicità "progresso" per insegnare il corretto uso del profilattico. Ovviamente il tutto trasmesso nelle ore di maggior ascolto.

Un esempio di multiculturalismo religioso e di integrazione, per vivere il momento di dolore accanto ai propri cari nel rispetto e nella pratica della propria confessione.


Alle Molinette di Torino è stata inaugurata la Stanza del silenzio primo esempio del genere in un ospedale pubblico, in Italia. Assistenti dell'anima per tutti: musulmani, ebrei, evangelisti, buddhisti, cattolici, ortodossi, induisti.


Una stanza dove, laicamente, non saranno esposti simboli religiosi di alcun tipo, per permettere a tutti, anche ai non credenti, di accedervi. 150 metri quadrati, con le pareti bianche le luci soffuse e le tonalità di celeste per rendere il momento più intenso.


Accesso consentito a tutti, degenti, parenti, amici, personale ospedaliero. Unica concessione ai simboli: i libri sacri dei vari culti, a disposizione in un armadietto all'ingresso della sala. Accanto ai libri anche un registro per scrivere impressioni e suggerimenti.


Qualcuno ha già storto il naso, scrive il Corriere: vandali, antisemiti, anti-islamici o integralisti di questa o quella religione. Magari gli stessi che nelle scorse settimane hanno spedito lettere di minacce al direttore generale Giuseppe Galanzino (...) o al ragazzo dell'amministrazione che ha seguito il progetto.

Frasi farneticanti («brucerai nelle fiamme dell'inferno») oppure critiche feroci per l'apertura a tutte le fedi di un luogo che fino a ieri è stato invece uso esclusivo dei cattolici.

Il momento del dolore, per molti, ha a che fare con la fede e ricongiunge con essa. Se c'è bisogno di "istituzionalizzare" un luogo del genere forse è anche perchè la via del dialogo è tutt'altro che semplice.


Venerdì 3 Aprile 2009

Alle Molinette inaugurata la "stanza del silenzio", luogo di preghiera per ogni confessione

Pubblicato da Marilena De Giorgio

Dubbiosi sulla strada scelta? Vi sembra che il vostro cammino di ateo impenitente non vi abbia portato dove credevate? Indecisi su come dare una svolta alla vostra vita e su che religione scegliere? Da settembre la Turchia, o almeno la televisione turca, potrebbero darvi la risposta che cercate, a patto di sintonizzarvi sulle frequenze di Kanal T e guardare «Tovbekarlar Yarisiyor». Ovvero, «I penitenti gareggiano», l’ultima frontiera degli show televisivi. Che magari non sarà condotto da Gerry Scotti e non farà diventare nessuno milionario, ma offre molto di più: la fede. E un viaggio nella città santa della religione che vi ha sedotti e conquistati.


La Mecca, il Tibet, Gerusalemme. Un imam, un monaco buddista, un prete ortodosso e un rabbino. Oltre ovviamente a dieci atei. Non atei qualunque, atei certificati da un’apposita commissione di otto teologi che, domande e carte alla mano, controllerà le credenziale di «senza fede» delle persone che aspirano a partecipare alla nuova trasmissione. Dunque, astenersi perditempo; d’altra parte, il proposito è ambizioso e il vice direttore di Kanal T lo sa. «Il nostro obiettivo è convertire i non credenti e portarli sulla strada di Dio», ha spiegato Ahmet Ozdemir. Un obiettivo che è in effetti rilanciato anche negli spot di promozione del programma, che andrà in onda a settembre. «In questa competizione, troverete la serenità», recitano le pubblicità. E ancora: «Vi diamo il più grande premio di sempre: la fede in Dio».


Quale Dio sia, poco importa. Allah o Jahwè, la Trinità degli ortodossi o il Buddha, che non era un dio ma che ammetteva l’esistenza dei Deva, le divinità indiane. E chi pensasse di convertirsi per finta, per scroccare un viaggio nella Terra santa, alla Mecca o in Tibet, sappia che dovrà essere bravo, molto bravo. Intendiamoci, mentire non sarà impossibile; ma i neoconvertiti saranno seguiti passo dopo passo durante la loro trasferta in terra straniera e dovranno dimostrare di vivere veramente un travaglio interiore che li porti a una nuova vita spirituale.


Ovviamente, all’indomani della presentazione del programma, non potevano mancare le critiche, che infatti sono arrivate, tanto puntuali quanto scontate. Da un lato, i commentatori religiosi. Molti di loro, anche in questo caso senza distinzione di credo, si sono scagliati contro il gioco, definendolo «una banalizzazione di Dio e dei messaggi religiosi» e tuonando perché certi temi siano trattati con il rispetto dovuto loro. In prima linea, il Gran Mufti di Istanbul, Mustafa Cagrici, che nei confronti del programma ha usato parole molto severe e che ha concluso stigmatizzando che «non sia giusto discutere di religione in ambienti simili». Ma almeno i sociologi locali hanno parlato con simpatia del gioco. «Il programma metterà in scena la crescente curiosità nei confronti della religione che vivono i nostri concittadini» ha dichiarato Nilüfer Narli, ordinario alla Istanbul Bahçesehir University.


I quali, curiosi o non curiosi delle altre religioni, si sintonizzeranno su Kanal T, anche solo per parlare male del programma o per vedere se fra i partecipanti non ci sia per caso qualcuno che conoscono. Non si sa mai: se scegliesse la religione sbagliata, potrebbero anche non rivolgergli più la parola. O almeno, potranno aspettarsi una cartolina dal viaggio premio.

Sabato 04 luglio 2009

Arriva il quiz tv per soli atei e alla fine vince chi scopre la fede. da “Il Giornale”

I PALEONTOLOGI che lo hanno visitato giorni fa sono rimasti senza parole: dal museo della Creazione del Kentucky sapevano di doversi aspettare qualcosa di speciale, ma non immaginavano quanto. Tra queste mura i libri di scienza che hanno studiato non vengono presi in considerazione, la terra e l'universo hanno appena 6000 anni e sono stati creati da Dio in sei giorni. Coerentemente, nel museo americano sono riprodotti solo dinosauri morti intorno al 2348 a. C., fatta eccezione per una cinquantina di specie che salirono a bordo dell'Arca di Noè ma si estinsero in seguito per ragioni ignote. Per permettere a chi ha una concezione creazionista della nascita della vita di visitare un museo di scienza naturale, la cittadina di Petersburg ha allestito un museo molto ben organizzato, con ricostruzioni tridimensionali e parchi acquatici, tutto nel segno di ciò che dice la Bibbia.


A giudicare dal successo dell'iniziativa - 750mila visitatori a due anni dall'apertura - gli americani sembrano apprezzare, ma il verdetto più interessante era naturalmente quello dei paleontologi, che non si sono fatti attendere. La direzione museale, d'accordo con l'università locale, ha invitato scienziati provenienti dai laboratori più prestigiosi del mondo, dalla University of Pennsylvania al Museo di Storia Naturale di Londra, chiedendogli di guardare un filmato e commentare personalmente la visita.


"L'esposizione dei dinosauri mi ha lasciato confuso. Ma ero davvero curioso di vedere il museo", ha detto al New York Times il geologo giapponese Tamaki Sato, della Tokyo Gakugei University. I cartelli sparsi nelle sale descrivono infatti dinosauri appartenenti a ere geologiche diverse, dal tardo al basso giurassico, ma per tutti la data di scomparsa è la stessa: 2348 a. C.



"Stessi i fatti, diverse le conclusioni", recita la brochure del museo, lasciando intuire che a chi ha allestito la mostra non interessa far riferimento ai libri di storia e scienza, ma solo alla Bibbia. Secondo l'interpretazione creazionista la vita sulla terra venne resettata circa 4400 anni fa dal diluvio universale, che ripulì il pianeta dai propri mali e dagli esseri viventi, ad eccezione di quelli salvati da Noè a brodo dell'Arca.


Questo approccio si scontra con quello della paleontologia accademica, ma la visita di qualche giorno fa ha messo dignitosamente a confronto i due mondi: ospiti della University of Cincinnati, i 70 studiosi della North American Paleontological Convention sono saliti a bordo di alcuni autobus scolastici per attraversare l'Ohio River e dare un'occhiata al Creation Museum.


"Incuriosito e affascinato - si è detto il paleo-zoologo Stefan Bengtson, del Museo Svedese di Storia Naturale - anche noi abbiamo una cosa simile in Svezia". Arnold I. Miller, docente di geologia all'università di Cincinnati e organizzatore della visita al museo, pensa che l'incontro sia stato utilissimo: "Spesso gli accademici ignorano il mondo che li circonda, e questo è sbagliato".


Il creazionismo non comunque è qualcosa da riferire solo alla religione cristiano-cattolica: praticamente tutte le civiltà antiche hanno, nella loro mitologia, un racconto che spiega l'origine del mondo in questi termini e benché l'interpretazione in termini allegorici di questi racconti sia molto antica, fino al XVIII secolo quella letterale è stata prevalente, soprattutto a livello popolare. "Non ci aspettiamo certo di far cambiare idea a chi crede in qualcosa di diverso - ha precisato la ricercatrice del museo Terry Mortenson - ma abbiamo dato a tutti la possibilità di vedere, farsi un'idea con i propri occhi".


Subito dopo l'entrata, l'esposizione comincia con una rappresentazione tridimensionale di una donna che da da mangiare una carota a uno scoiattolo, circondata da dinosauri. La didascalia di questa scena è insomma lontana anni luce da quelle dei musei di storia naturale di tutto il mondo, che spiegano che i primi uomini sono vissuti 65milioni di anni dopo gli ultimi dinosauri. Ma molto vicina alla Bibbia.

Sabato 04 luglio 2009

Usa, il museo della creazione
ma è la storia secondo la Bibbia

Un gruppo di paleontologi ha visitato la mostra in Kentucky, rimanendo senza parole. La terra e l'universo hanno appena 6000 anni e sono stati creati da Dio in sei giorni. Nonostante ciò è boom di visitatori di SARA FICOCELLI.

Da Repubblica.it

La Nasa stronca gli allarmisti: "Il 2012 è l’anno delle bufale"

di Matteo Sacchi



Per anni il principale compito della Nasa, l’ente spaziale americano, è stato quello di battere nella corsa spaziale i nemici-colleghi russi dello spazioporto di Baikonur. Poi è diventato fare in modo di spedire in orbita sonde spaziali e shuttle con il minor numero di esplosioni possibili ma spendendo il meno possibile. Tutto questo tenendo in vita una stazione spaziale e il sogno di poter andare un giorno su Marte. Adesso, con gran disappunto delle teste d’uovo di Cape Canaveral, la situazione sembra aver preso un’altra piega. Tra i compiti del più grande ente spaziale del mondo sembra rientrare anche quello di convincere un sacco di creduloni che nel 2012 non ci sarà la fine del mondo.

Tant’è che David Morrison uno dei cervelloni a capo del Nai (Nasa Astrobiology institute) è stato costretto a passare le ultime settimane a smentire l’ipotesi che un misterioso corpo celeste stia per schiantarsi contro il nostro pianetino azzurro. Prima si è visto arrivare un migliaio di domande in proposito sul sito della Nasa. E dopo si è trovato a dover battagliare, a colpi di calcoli e di immagini dallo spazio profondo, contro le strane teorie che circolano su svariati siti web che stanno lanciando il classico: «Tutti quelli che hanno una nave interstellare in garage si diano alla fuga, ma senza panico e dando un passaggio ai vicini». Tanto più che la causa prossima ventura della nostra estinzione sarebbe già classificata e schedata, come un qualunque delinquente. Nome: pianeta Nibiru. Primo avvistamento: ad opera dei sumeri qualche migliaio di anni fa. Prove a carico: un calendario celeste redatto dai Maya si arresta al 2012 anno della distruzione della Terra (e in cui però di Nibiru non si parla affatto). Mandati di cattura: sull’argomento sono usciti anche alcune centinaia di «saggi» e di instant book che hanno invaso il mercato. Tanto per dire in Italia ha avuto particolare successo 2012. La fine del mondo? di Roberto Giacobbo, anche se l’autore ha poi detto di non credere alla profezia, evidentemente non voleva bruciarsi la carriera di divulgatore televisivo.

Ma raccontiamo i fatti con un minimo di razionalità, ammesso che ormai sia ancora possibile. All’inizio fu uno scrittore azzero, pazzerello ma innocuo, a nome Zecharia Sitchin. A partire da metà anni ’70, pasticciando con la mitologia sumera, vendette, con medio successo commerciale, una serie di libri in cui si parlava di un dodicesimo pianeta del sistema solare citato negli antichi testi degli astronomi della Mesopotamia. Un pianeta, tanto per cambiare, pieno di alieni. E poco importa che, fin da subito, gli specialisti cercarono di spiegare ai lettori di Sitchin che il suo modo di leggere le antiche lingue cuneiformi era quanto mai bizzarro. Sino a Sitchin però Nibiru non era ancora considerabile una minaccia criminale, era al massimo un bel posticino pieno di marziani-divinità. Ci pensò una «sensitiva», ovviamente in contatto con un’altra civiltà aliena, dei simpaticoni che abitano su Zeta Reticuli, a informare il mondo che Nibiru si sarebbe schiantato sulla terra. Secondo questa signora, al secolo Nancy Lieder, l’impatto sarebbe dovuto avvenire nel 2003, a maggio. Visto che l’attuale esistenza in vita mia e vostra rovina la bella soffiata degli Zetareticoliani (siamo proprio dei guastafeste) qualcuno, tra cui la stessa Lieder, ha pensato di rivitalizzarla spostandola al 2012 e collegandola al calendario Maya.

Ma questo non basta a spiegare perché il povero Morrison è costretto a smentire categoricamente il rischio di qualsiasi impatto, perché è costretto a dire che di mini pianeti i telescopi ne hanno scoperti tanti ma che girano lontani lontani, senza fare del male a nessuno.

Semplicemente la Sony Picture ha deciso di fare un film a partire dalle leggende sul 2012, un filmone come tanti diretto da Roland Emmerich (quello di Stargate e Independence day). Per pubblicizzarlo però hanno creato un sito chiamato The Institute for Human Continuity che con linguaggio «scientifico» racconta il possibile disastro. È un marketing «virale» che qualcuno ha scambiato per realtà, almeno a giudicare dalle mail spedite alla Nasa. Poi l’ipertrofia delle bufale, l’unica vera legge scientifica che regola Internet, ha fatto il resto.

Insomma quello che era capitato con la Guerra dei mondi di Orson Welles è capitato su scala esponenziale. Allora qualcuno scappò di casa, spaventato dalla radio, oggi la gente scrive alla Nasa: che nella testa di molti costruisce telescopi in segreto al Polo Sud (dove un telescopio c’è da un pezzo), oppure oscura i dati su certe zone dello spazio. E poco importa che il direttore pubblicitario della Sony, Vikki Luya, ripeta ai giornali americani che «È evidente che il sito è la pubblicità di un film». Tanto, quando nel 2012 saremo tutti vivi qualcuno dirà in rete che Nostradamus ha previsto, per il 2016, l’impatto tra il nostro pianeta e un gigantesco tostapane galattico (e di questo c’è riscontro anche in un misterioso calendario segreto di Frate Indovino).